Civiltà del Lavoro, n. 3/2018

CIVILTÀ DEL LAVORO III - 2018 33 INCHIESTA Enzo Benigni è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2006. È presidente e consigliere delegato di Elettronica, leader in Italia nella progettazione, sviluppo e produzione di sistemi di difesa elettronica impiegati nelle forze armate di 28 paesi. Ottocento i dipendenti. estrema, importanza data la lunga durata operativa di ta- li mezzi, spesso superiore ai 25 anni, considerando il loro intero ciclo di vita. Per il sistema industriale, già oggi competitivo e in grado di esprimere eccellenze tec- nologiche e realizzative rico- nosciute a livello europeo se non mondiale, vi sarebbe la possibilità di pianificare nel tempo i propri investimenti, di traguardare un mercato più vasto, di poter competere, in ragione di una nuova stagione di programmi europei, in mercati al di fuori del continente europeo, altrimenti assai ostici da presidiare. È evidente che solo le realtà industriali capaci di esprime- re competenze distintive ed eccellenze progettuali avran- no da tale processo di integrazione europeo un’opportunità incrementale per capitalizzare le proprie qualità realizzati- ve. In Elettronica, crediamo molto nel vantaggio competi- tivo dell’eccellenza tecnologica e accettiamo con entusia- smo tale sfida. Il rischio che l’esercizio descritto si complichi, si dilati nel tempo, si areni è comunque alto, innegabile. Peraltro, un rallentamento al processo di integrazione europeo, costrin- gerebbe il sistema industriale a contare per lo più su investi- menti nazionali, spesso precari in consistenza e tempistica, con l’ulteriore rischio di essere marginalizzati nel processo europeo di integrazione in corso. Infatti, Francia e Germa- nia andranno avanti su questo cammino. Marginalizzazio- IL SISTEMA INDUSTRIALE POTREBBE PIANIFICARE NEL TEMPO I PROPRI INVESTIMENTI E RAGGIUNGERE UN MERCATO PIÙ VASTO ne che per il nostro Sistema Paese avrebbe conseguenze ancora più rilevanti: Sicurez- za del Paese condizionata da manufatti e tecnologie esteri, importazioni di materiale ad alto valore aggiunto e deficit finanziario crescenti nel tem- po, trasferimento di compe- tenze umane e tecnologiche all’estero. L’imprenditoria italiana vuole e può cogliere tale sfida, con- scia di poter raggiungere, insieme alle Istituzioni, traguar- di in grado di proiettarla, con successo, in un nuovo ciclo di sviluppo europeo, in grado di dare nuove prospettive alle proprie industrie, ai propri lavoratori, ai giovani che da tale processo non potrebbero che trarre consistenti benefici. •

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