Civiltà del Lavoro, n. 3/2018

CIVILTÀ DEL LAVORO III - 2018 31 INCHIESTA partecipanti. Tutto ciò solo in materia di difesa comune. Dulcis in fundo, 23 Stati membri, nel corso del 2017, hanno approvato un vasto programma di realizzazio- ni, basato proprio sulle so- pracitate Cooperazioni strut- turate permanenti, previste nel Trattato di Lisbona e mai, ad oggi, implementate. Si tratta dei programmi Pesco nell’ambito dei quali gli Stati membri partecipanti investo- no direttamente sulla realizzazione prevista nel program- ma specifico, beneficiando solo marginalmente di ulteriori fondi europei (fino al 20%) e solo per la fase di sviluppo. Certo le regole di questi programmi sono ancora in corso di approvazione istituzionale (nazionale e Ue), non è de- finito cosa avvenga se uno Stato membro si ritira da detti programmi, non sono ancora programmi di rilevanza stra- tegica ma in ogni caso evidenziano l’espressione di una comune volontà di percorrere una scelta importante. Scel- ta, probabilmente, favorita dall’impossibilità per qualsiasi paese Ue di poter “fare da solo”, di poter assicurare la si- curezza ai propri cittadini con sistemi di difesa disponibili, tecnologicamente avanzati e con costi pagati dalle sole fi- nanze nazionali. Ad oggi sono stati, quindi, allocati fondi della Commissione Ue per i primi Bandi Padr per 90 MÐ (2017/2018/2019); è stato approvato il regolamento del programma Edidp (Europe- an defence industrial deve- lopment plan) che erogherà su programmi di R&D, negli anni 2019 e 2020, 500 MÐ; è in discussione, nell’ambi- to del futuro 9° Programma Quadro europeo, un bud- get dedicato a programmi di difesa dal valore di circa 1000 MÐ/anno, attraverso una struttura organizzativa centralizzata per la gestione dei programmi in oggetto. Infine, sono stati approvati 17 programmi Pesco (4 a leadership italiana e altri 15 ai qua- li partecipiamo), che potrebbero raddoppiare da qui a fine anno (proposte e decisioni nei prossimi Consigli europei). Per l’Italia, per le proprie Forze Armate, per il nostro siste- ma industriale, si tratta di una grande opportunità. Per le Forze Armate italiane si potrebbero creare le condizio- ni per ottimizzare gli investimenti previsti nel Libro Bianco della difesa, varando programmi europei complementari a quelli nazionali e progettati su comuni requisiti operativi (le specifiche realizzative dei manufatti prodotti), in grado di beneficiare, quindi, di economie di scala (riducendo i costi di sviluppo, sfruttando un maggior numero di sistemi pro- dotti). Inoltre, i comuni requisiti operativi permetterebbero ulteriori ottimizzazioni in termini di utilizzo e manutenibilità dei mezzi prodotti. Questo elemento sarebbe di ulteriore, » LE REGOLE SONO ANCORA IN CORSO DI APPROVAZIONE ISTITUZIONALE NAZIONALE E UE , MA IN OGNI CASO EVIDENZIANO L’ESPRESSIONE DI UNA VOLONTÀ DI PERCORRERE UNA STRADA COMUNE

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