Civiltà del Lavoro, n. 3/2018

CIVILTÀ DEL LAVORO III - 2018 30 INCHIESTA SCELTA IMPORTANTE di Enzo Benigni, presidente e amministratore delegato di Elettronica Una grande opportunità per le nostre Forze Armate e le nostre industrie Dopo un lungo silenzio e mancanza di iniziative, negli ulti- mi 2 anni, la discussione sui temi strategici dell’integrazio- ne europea in materia di difesa e sicurezza ha cominciato a prender corpo tra gli Stati membri e in seno alla stes- sa Commissione europea. Il confronto sulle modalità atte a costruire comuni politiche di difesa e, di conseguenza, a pianificare coordinate strategie industriali tra i diversi Stati dell’Unione si è arricchito di proposte ed azioni realizzate. Era dagli anni 50’, da quando De Gasperi tentò di costruire una comune politica di difesa, che non si registravano ini- ziative politiche transnazionali in grado di affrontare un te- ma di così rilevante complessità, in quanto, tra l’altro, cor- relato al trasferimento di sovranità dagli Stati membri alla Commissione europea, processo quanto mai complesso. Peraltro, negli anni ‘90, il varo di diversi programmi di co- operazione industriale tra Stati europei per realizzare aerei (Eurofighter) o elicotteri (NH90) o navi (Orizzonte) aveva illuso che il sistema industriale potesse agire da “facilita- tore” in tale processo d’integrazione. Erano sorte filiere in- dustriali transnazionali, volte alla realizzazione di tali pro- grammi. Ma poi la spinta si era man mano affievolita. Dal 2000 sono, infatti, veramente pochi i nuovi programmi multinazionali europei lanciati ed in corso di realizzazione. Anche il Trattato di Lisbona del 2007, prevedeva iniziati- ve comuni in tema di difesa integrata, ma le così definite “Cooperazioni Rafforzate Permanenti”, per un decennio, non furono mai implementate; neanche su un singolo, specifi- co, sistema d’arma. Invece, nel momento più buio per l’Europa, colpita dalla Brexit, dal terrorismo jihadista importato dal Medio Oriente, dal progressivo (e scomposto) disimpegno americano dagli scenari geopolitici atlantici e medio-orientali, dall’emergere di nuove minacce per la sicurezza dei propri cittadini, dalla crescente instabilità dei paesi limitrofi che cingono d’asse- dio l’intero continente europeo (dall’Africa Mediterranea, al Medio Oriente fino a giungere ai territori dell’ex Unio- ne Sovietica), l’Europa ed i suoi Stati membri hanno riag- giornato l’agenda e cominciato a trattare lo spinoso dossier dell’integrazione in tema di difesa. Così, in rapida sequenza, è stata approvata la così detta Global Strategy, proposta del vice presidente e Alto rap- presentante dell’Unione per la politica estera, On. Federica Mogherini; è stato istituito un Fondo di difesa europeo (Eu- ropean defence fund) di notevole cubatura finanziaria; so- no stati lanciati i primi programmi di difesa finanziati dalla Commissione (prima volta in oltre 70 anni di storia euro- pea), attraverso nuovi strumenti e nuove regole comunitarie (i programmi Padr, Preparatory action on defence); si è co- minciato a lavorare ad un piano di sviluppo tecnologico ed industriale pronto per essere varato già nei prossimi 2 an- ni (2019/2020), destinato a diventare poi parte distintiva del 9° Programma Quadro Europeo che, a partire dal 2021, promuoverà iniziative realizzative e tecnologiche in grado di garantire autonomia strategica ed operativa alla nazioni

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