Civiltà del Lavoro, n. 3/2018

CIVILTÀ DEL LAVORO III - 2018 17 crescente tra soggetti non umani; negli ultimi cinque an- ni sono stati prodotti più dati di quanti ne abbia accumu- lati l’umanità in tutta la sua storia; per una fetta crescen- te della popolazione dei paesi avanzati non ha più senso distinguere tra vita trascorsa online e offline, gli uomini vivono sempre più reciprocamente connessi in un unico ambiente fatto di dati condivisi con altri agenti informa- zionali, umani o artificiali che siano non fa differenza pur- ché vi sia un’intelligenza in grado di processare quei dati. Pensate a “Siri”, al fatto che digitiamo un numero sempli- cemente pronunciandolo: Siri “ci capisce”. Ecco, quest’e- sperienza banale testimonia che noi e il telefono condivi- diamo lo stesso ambiente perché siamo fatti della stessa pasta: informazione. “Meno cose, più servizi”, sintetizza il filosofo di Oxford. “Nel mondo della produzione si sta apprezzando un no- tevole cambiamento: già da un po’ la Rolls Royce fa il suo profitto non sulla vendita dei motori, ma dal servizio che i motori richiedono. Ogni oggetto prodotto, anche quello tradizionalmente più stupido come un qualsiasi oggetto meccanico, assorbe og- gi una quantità di intelligenza crescente, è questo il suo valore aggiunto. Il baricentro dell’industria e del lavoro si sposta così verso il design, ovvero verso l’arte di organiz- zare questa enorme mole di cose intelligenti in modo da valorizzarne funzionalità e la capacità di parlare tra loro, di capirsi. Chi troverà il modo di far parlare meglio tra lo- ro tutte le cose che verranno fuori dalle fabbriche conqui- sterà il mondo, per così dire”. LA POLITICA INDUSTRIALE PUNTA SULLA CONOSCENZA Conquistare il mondo è un "Vaste programme", organiz- zarsi per non subirne il cambiamento dovrebbe essere più alla portata. I Competence Center servono a questo. Per- no del piano di politica industriale voluto dall’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, i Competence Center dovranno diventare i poli di eccellenza intorno ai quali sviluppare l’Industria 4.0 italiana. Sono tre le aree nelle quali sono chiamati a operare: orien- tamento, alta formazione e ricerca applicata. L’orienta- mento è rivolto alle imprese, in particolare alle Pmi “at- traverso la predisposizione di una serie di strumenti volti a supportare le imprese nel valutare il loro livello di ma- turità digitale e tecnologica”. Per alta formazione si intende quel che gli anglosassoni chiamano “teaching factory”, la “formazione alle impre- se, al fine di promuovere e diffondere le competenze in ambito Industria 4.0 mediante attività di formazione in aula e sulla linea produttiva e su applicazioni reali, utiliz- zando, ad esempio, linee produttive dimostrative e svilup- po di casi d’uso, allo scopo di supportare la comprensio- ne da parte delle imprese fruitrici dei benefici concreti in termini di riduzione dei costi operativi ed aumento della competitività dell’offerta”. La ricerca applicata è l’“attuazione di progetti di in- novazione, ricerca industriale e sviluppo sperimen- tale, proposti dalle imprese, compresi quelli di natura collaborativa tra le stesse, e fornitura di servizi di tra- sferimento tecnologico in ambito Industria 4.0, anche attraverso azioni di stimolo alla domanda di innovazio- ne da parte delle imprese, in particolare delle Pmi”. » PERNO DEL PIANO DI POLITICA INDUSTRIALE VOLUTO DALL’EX MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO CARLO CALENDA, I COMPETENCE CENTER DOVRANNO DIVENTARE I POLI DI ECCELLENZA INTORNO AI QUALI SVILUPPARE L’INDUSTRIA 4.0 ITALIANA Carlo Calenda

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=