Civiltà del Lavoro, n. 1/2018

CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2018 37 INCHIESTA L' ITALIA AVRÀ UN RUOLO DA PROTAGONISTA ITALIA TERZO PARTER EUROPEO DELLA CINA La crescita dell’interscambio commerciale tra Italia e Cina è a dir poco incoraggiante. Nel 2017 l’export cinese verso l’Italia è cresciuto del 10,6% mentre è salito del 22% l’im- port cinese dal nostro Paese. Il tutto per un volume com- plessivo di oltre 49 miliardi di dollari, che fa dell’Italia il ter- zo partner europeo della Cina. Notevole è anche il ritmo di crescita degli investimenti ci- nesi in Italia. Alla fine del 2013 ammontavano a meno di un miliardo di dollari, nel 2014 sono saliti a 3,5 miliardi di dollari e l’anno dopo sono cresciuti ancora fino a toccare quota 11 miliardi. Alla fine del 2016 anche gli investimen- ti italiani sono stati molto importanti, raggiungendo i sette miliardi di dollari e in questo quadro si segnala l’acquisizio- ne da parte del Silk Road Fund del 5% del capitale di Au- tostrade per l’Italia da Atlantia. Insomma, dai tempi di Marco Polo le distanze tra le sponde italiane e la Terra del Dragone sembrano non essere mai state così ravvicinate. Se è vero infatti, come scrive Giorgio » CHE L’ITALIA possa giocare un ruolo di primo pia- no nello scacchiere sino-europeo lo si deve innanzitutto a geografia e storia. Affacciata sul Mediterraneo, la penisola è naturalmente candidata al ruolo di hub di collegamento tra la rotta terrestre e quella marittima delle Vie della Se- ta. A dimostrarlo ci sono millenni di scambi commerciali. Merci preziose, carta, spezie, ceramiche, cobalto e soprat- tutto idee hanno viaggiato dall’Estremo Oriente con desti- nazione Roma già dal II secolo a.C. Alla fortuna di essere lì dov’è e di avere una tradizione commerciale e culturale grandissima, l’Italia deve tuttavia integrare col merito la possibilità di recitare anche in futu- ro una parte da protagonista in quel che lo studioso Peter Frankopan, docente di Global History a Oxford, definisce il “Cuore di un mondo policentrico”, in cui ogni regione è cen- tro e periferia al tempo stesso. I numeri economici sono incoraggianti ma (come sempre) c’è un ma, e riguarda la capacità di programmazione. Pri- ma, però, vediamo i numeri. È necessario però completare gli investimenti infrastrutturali in corso senza ritardi, ridurre l’impatto della burocrazia e rendere più veloci ed efficienti le operazioni portuali

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