Civiltà del Lavoro, n. 1/2018

CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2018 16 Invece, sentimenti molto comuni sono caratterizzati per cer- ti versi dal voler rimettere in discussione quanto di buono realizzato negli ultimi periodi, con cambiamenti – e in alcu- ni casi stravolgimenti – dai risultati tutt’altro che scontati. È chiaro che mentre la situazione appare in progresso sul piano economico, non altret- tanto si può dire sul piano sociale. Le disuguaglianze in termini di reddito e accesso ai servizi sono aumentate, in particolare in relazione alle zone di residenza: le regioni del centro-nord hanno recu- perato gli standard pre-crisi, mentre quelle del Mezzo- giorno, nonostante i recenti miglioramenti, sono ancora indietro, con un significati- vo numero di persone sotto o comunque prossime alla cosiddetta soglia di povertà. I giovani faticano a trovare un lavoro adeguato al per- corso di studio e in grado di consentire una program- mazione per il futuro; quelli maggiormente qualificati e che ne hanno le possibilità preferiscono andare all’estero. Infine, in tema di sicurezza, sono diffuse ansia e preoc- cupazione che sfociano facilmente in sentimenti negati- vi in particolare contro extra-comunitari e persone in cer- ca di accoglienza. In relazione a questi ultimi è innegabile la mancanza di una visione comune in Europa, che spesso ha lasciato l’Ita- lia in prima linea e da sola nell’affrontare la problematica dei flussi migratori dai paesi africani o del medio-oriente. La sfida quindi per il nostro Paese è adoperarsi per conti- nuare nel percorso di ripresa e allo stesso tempo coinvol- gere in tale percorso sempre più persone. Come è possi- bile conseguire questo duplice obiettivo? A mio avviso, in prima battuta è necessario aumentare il potenziale di crescita, attraverso un quadro politico stabi- le, un efficientamento della macchina pubblica (ammini- strativa, fiscale e giudiziaria), un sistema di regole certe e in grado di incoraggiare l’impiego di capitale di rischio. Siamo tra i paesi a maggior tasso di imprenditorialità a li- vello mondiale, ma le nostre aziende sono mediamente piccole. Dobbiamo prendere atto che il contesto sul pia- no economico (ma anche sociale) è sempre più globale e quindi favorire il consolidamento delle nostre imprese e il loro sviluppo sui mercati internazionali. Per fare ciò è necessaria l’attivazione di opportune leve fiscali e norma- tive e una presa di coscienza da parte degli imprenditori che il localismo e la difesa di posizioni precostituite non sarà più possibile per lun- go tempo; l’accettare nuo- ve sfide è condizione impre- scindibile per sopravvivere e progredire. Inoltre, è ormai in corso da diversi anni una rivoluzio- ne tecnologica che sta cam- biando in misura straordi- naria i paradigmi del fare impresa; Internet e siste- mi di intelligenza artificiale stanno creando nuovi po- sti di lavoro, ma allo stesso tempo stanno riducendo la necessità di lavoro a bas- so valore aggiunto. Anche su questo è necessaria una presa d’atto, soprattutto da parte dei più giovani nell’im- postare il proprio percorso di sviluppo professionale. Infine, occorre lavorare con politiche pro-attive e di medio- lungo termine ad una dinamica demografica più favore- vole. È indubbio che il calo di natalità sta caratterizzando molti paesi sviluppati, ma questo in Italia sta assumendo contorni potenzialmente dirompenti. Si stima che nel 2045 gli ultra-sessantenni costituiranno oltre il 40% della po- polazione. Un Paese così configurato sul piano demogra- fico rischia naturalmente di essere orientato ad una mino- re vitalità e propensione alla sfida, con risorse indirizzate più verso pensioni e assistenza che verso formazione e sviluppo. Bisogna quindi rimettere al centro dell’agenda politica dei prossimi anni iniziative in grado di favorire la natalità, quali meccanismi di sostegno del reddito, poten- ziamento dei servizi a disposizione e interventi in grado di consentire un fisiologico bilanciamento tra genitoriali- tà e crescita professionale. Per quanto riguarda il gruppo di cui sono presidente, De Agostini, ci stiamo impegnando in diversi ambiti, avendo da tempo intrapreso un percorso di diversificazione set- toriale e geografica che ci ha portato a crescere in misu-

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