Civiltà del Lavoro, n. 6/2017

94 CIVILTÀ DEL LAVORO VI - 2017 INTERVISTE È amministratore unico della Smet, leader nella logistica integrata e nel trasporto intermodale. È presente in Europa con oltre 20 sedi e dispone di un parco veicolare di 2.500 unità. 80.000 mq le aree coperte per deposito e produzione su 300.000 mq di superfici complessive. Oltre 1.000 i dipendenti. TUTTA LA GAMMA DELLA LOGISTICA A leggere i numeri del suo gruppo si resta colpiti: 20 sedi in Europa, mille occupati, 2.500 veicoli e così via. Come ci è riuscito? Qual è il segreto della Smet? In effetti sono numeri importanti che ci inorgogliscono. So- no frutto di un lavoro iniziato più di 40 anni fa e che oggi vede la nostra presenza su tutto il territorio continentale Non ci sono segreti. I numeri che lei citava sono sempli- cemente il risultato di felici intuizioni portate avanti con spirito di sacrificio e di abnegazione mio, della mia fami- glia e dei nostri collaboratori che hanno creduto e credo- no in questo grande progetto logistico-industriale. La presenza su quasi tutto il territorio europeo rappresenta il nostro modello di business, che prevede servizio logisti- ci dai più semplici, come il trasporto, ai più complessi, co- me la gestione dei magazzini e dei processi industriali in outsourcing per importanti gruppi multinazionali. In que- sto modo seguiamo i nostri clienti presso i loro siti pro- duttivi e consolidiamo la nostra presenza su tutte le di- rettici di traffico strategiche. Per questo siamo sempre in evoluzione e i nostri investimenti sono costanti. Qual è stata la scelta strategica che ha trasformato la sua azienda da piccola realtà locale a “multinaziona- le” del trasporto? Non c’è stata una sola scelta, ma diverse. L’ampliamento della gamma dei servizi offerti, la specializzazione in al- cuni settori come il glass e l’automotive prima e il traspor- to intermodale poi, hanno concorso a farci raggiungere la dimensione e la posizione di mercato che abbiamo oggi. È entrato molto giovane in azienda: cosa ricorda di quel periodo? Avevo poco più di vent’anni e, ultimato il biennio della fa- coltà di ingegneria, ho dovuto interrompere gli studi per occuparmi dell’azienda di famiglia, che all’epoca era una piccola realtà che operava su base regionale. In quegli an- Luigi De Rosa Trasporti/Logistica – Salerno

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