Civiltà del Lavoro, n. 6/2017

68 CIVILTÀ DEL LAVORO VI - 2017 INTERVISTE È presidente e amministratore delegato di Ambrosi, azienda di famiglia leader nel segmento premium del mercato dei formaggi tradizionali italiani. È presente in Francia, Germania, Stati Uniti e Giappone. 45% l’export. 500 i dipendenti, di cui 300 in Italia. SAPORI ITALIANI NEL MONDO Prima di entrare nell’azienda di famiglia ha accarezzato l’idea di una carriera manageriale in una multinazio- nale: era solo voglia di fare esperienza per poi ritor- nare ai business di famiglia o aveva altre ambizioni? Prima di entrare in azienda ero assolutamente intenziona- to a fare un’esperienza di lavoro all’estero. Nel 1990 stavo infatti per iniziare un’esperienza lavorativa in un impor- tante gruppo multinazionale francese operante nel setto- re lattiero caseario. Lo stesso anno mio padre si amma- lò gravemente e morì nel giro di pochi mesi; abbandonai allora quel progetto e affiancai mio fratello Luigi nella ge- stione delle attività di famiglia. Nel 1990 entrai nel consiglio di amministrazione della Ambrosi, oltre a occuparmi della gestione delle attività agricole, delle attività immobiliari e finanziarie di famiglia. Qual era il profilo della Ambrosi nei primi anni ‘90 quando ne ha assunto la gestione? Nel 1990 contava 52 dipendenti e fatturava 100 milioni di euro. Si trattava di un’azienda familiare orientata perlopiù al mercato italiano; era comunque già rivolta alla gran- de distribuzione, ma con un’impronta più commerciale. Nel 1994 il gruppo raggiunse i 137 dipendenti, con rica- vi per 140 milioni di euro, mentre alla fine degli anni ‘90 il fatturato fu di circa 150 milioni di euro con 150 unità impiegate. Quale è stata la motivazione principale che l’ha indot- ta a guardare al mercato mondiale piuttosto che solo a quello domestico? Quanto ha contato, per la crescita, l’alleanza con un player globale come la svizzera Emmi? Sulla base delle dinamiche dei consumi dei formaggi e della qualità richiesta a livello mondiale, già si intravedeva una forte attrazione per la produzione di formaggi italiani. Alla fine degli anni ‘90, abbiamo deciso di avviare un pro- cesso di internazionalizzazione dato che il trend era for- temente in crescita. Per le aziende di media dimensione non era però così facile aprire una filiale all’estero, abbia- Giuseppe Ambrosi Industria Alimentare – Brescia

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