Civiltà del Lavoro, n. 6/2017

CIVILTÀ DEL LAVORO VI- 2017 62 INCHIESTA L’IMPORTANZA dell’export sul Pil dell’Italia ci im- pone, anche solo egoisticamente, una posizione ferma sul tema. Promuovere il libero scambio a tutti i livelli, nego- ziando in particolare con gli Stati Uniti e Cina (salutiamo con favore la recente decisione della Cina di abbattere i dazi per circa 190 prodotti). Bisogna scongiurare i rischi di misure protezionistiche che minaccino il commercio mon- diale e che si evocano demagogicamente a ridosso delle campagne elettorali in molti paesi, a cominciare dal nostro. Sembra sciocco e un po’ arrogante pretendere di porta- re il nostro made in Italy nel mondo e contestualmen- te chiedere o scoraggiare le importazioni da altri paesi. L’internazionalizzazione del nostro sistema Paese è un processo che viene da lontano (parlo per esperienza per- sonale, essendomi messo in circolo nel mondo con i pro- dotti della mia azienda - e non solo - da circa 40 anni) e credo che ci sia un potenzia- le enorme ed in parte anco- ra inesplorato per il nostro made in Italy. Condivido la visione del mio grande maestro Piero Bas- setti, che nel suo libro “Ma- nifesto per un futuro glocal – Svegliamoci italici” ci spin- ge verso una “world com- REGOLE SEMPLICI E MENO BUROCRAZIA Enrico Colavita, Presidente Colavita Spa Per incoraggiare le Pmi a internazionalizzarsi e a esportare di più occorre cambiare approccio munity” fatta di milioni di persone nel mondo che chia- ma italici e che sono attratti dalla nostra “italian way of life” (cultura, storia, cibo, moda etc.) Per favorire questo processo bisogna fare di più. Voglio fa- re un cenno al mio settore, quello dell’agroalimentare, che è costituito da una moltitudine di piccole aziende spesso di eccellenza, che però da sole non ce la possono fare. Internazionalizzarsi è un percorso lungo ed impegnativo, richiede tempo e capacità di inserirsi in circuiti lontani e diversi, capirne e interpretarne le esigenze, affidarsi a part- ner validi, investire e radicarsi a livello glocal. Questo percorso richiede una strategia di lungo periodo, per molti già avviata, per supportare e accompagnare queste imprese: meno burocrazia, riferimenti istituzionali, spor- telli di aggregazione di imprese anche sulla scia di chi è più avanti. Burocrazia: gli adempimenti amministrativi ti- po certificazione di prodot- to e/o di origine di Camere di Commercio e soprattut- to delle dogane sono trop- po complessi per le nostre piccole aziende. C’è bisogno a livello locale territoriale di uno o più soggetti istituzio- nali, ad esempio le Camere

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