Civiltà del Lavoro, n. 6/2017

CIVILTÀ DEL LAVORO VI- 2017 53 INCHIESTA ti sono stati meccanica, agroalimentare e farmaceutica, tra gli altri. Per quanto riguarda le aree geografiche, il no- stro export si è affermato fortemente nei mercati matu- ri, quindi soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, che in- sieme assorbono i due terzi delle nostre esportazioni. Ma siamo cresciuti molto anche nei paesi emergenti, a parti- re dalla Cina, con il 6,4%. Le imprese esportatrici sono ancora relativamente po- che: cosa si può fare di più per aumentare il numero delle imprese esportatrici? Al ministero degli Affari esteri (Mae) siamo impegnati, assieme al ministero dello Sviluppo economico (Mise) e gli altri partner della Cabina di regia, in una costante atti- vità di informazione alle imprese sulle opportunità di un percorso di internazionalizzazione e sul supporto che le istituzioni possono fornire. Mi riferisco a iniziative quali i Roadshow per l’Internazio- nalizzazione delle Pmi, che realizziamo oramai dal 2014 e che ci hanno visto incontrare piccole e medie imprese su tutto il territorio, nell’arco di 52 tappe. Ad alcune ho partecipato personalmente. A breve interverrò alla cinquantatreesima tappa, a Firen- ze. L’iniziativa proseguirà nel 2018, accanto ad altre azio- ni mirate di informazione e formazione alle imprese sul tema. È importante che le imprese siano informate del sostegno istituzionale di cui possono usufruire e della ne- cessità di strutturarsi per affrontare i mercati esteri, al loro interno, ma anche superando il vincolo dimensionale che spesso limita la loro sfera d’azione, attraverso reti d’im- presa o altri strumenti idonei. Come funzione la Cabina di regia sull’internazionalizza- zione e in particolare la collaborazione tra Mae e Mise? La Cabina di regia è un modo di lavorare insieme tra set- tore pubblico e privato, un coordinamento agile ma effica- ce per lavorare in squadra nel portare sempre più imprese a fare affari all’estero, per sostenere la crescita di tutto il Paese e la creazione di posti di lavoro in Italia. Guidata dal ministero degli Esteri e dal ministero dello Sviluppo economico, la Cabina dal 2012 definisce le linee guida del sostegno pubblico all’internazionalizzazione, integrando tutti gli altri ministeri che operano in campo internazionale (Mibact, Mipaaf, Mef), la Conferenza del- le Regioni e il settore privato, dalla Confindustria al mon- do cooperativo. Oggi è fondamentale presentarsi compatti all’estero. Quali servizi offrono le nostre ambasciate alle impre- se che vogliono internazionalizzarsi? Market intelligence e sostegno istituzionale sono i capisal- di dell’azione delle ambasciate e dei consolati, che grazie alla loro interazione con tutte le istituzioni degli Stati in cui operano, fino ai massimi livelli, con gli ambienti po- litici, economici e della società civile, dispongono di una visione complessiva degli interessi italiani nei vari Paesi. Mi riferisco, ad esempio, al sostegno nella partecipazione a gare, alla soluzione di problemi di accesso ai mercati, per esempio di tipo doganale o fitosanitario, alle iniziative di promozione commerciale, al sostegno nel reperimento di partner o investitori, alla segnalazione di opportunità di business mediante canali istituzionali. Tutto ciò nell’ambito di una strategia promozionale attua- ta con l’Ice, il supporto degli Istituti di cultura, che coniuga made in Italy, cultura, arte, lifestyle, scienza e tecnologia, gastronomia e soprattutto lingua italiana, e mirato anche ad attrarre investimenti e turismo di qualità. Il neo protezionismo del presidente Trump sta aven- do qualche effetto sulle nostre esportazioni negli Usa? Gli Stati Uniti assorbono quasi il 9% delle nostre espor- tazioni e sono il nostro primo acquirente fuori dall’Ue. La nostra presenza sul mercato statunitense, in settori tradi- zionali come cibo e moda e in quelli tecnologici, è in cre- scita dell’8,8% nei primi otto mesi del 2017. Nel piano promozionale abbiamo dato priorità al mer- cato Usa e in questo ambito alla grande distribuzione >

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