Civiltà del Lavoro, n. 6/2017

CIVILTÀ DEL LAVORO VI- 2017 51 INCHIESTA Il commercio internazionale torna inoltre a crescere ol- tre la media del Pil mondiale, una soglia certo simbolica, ma utile per ricordare il contributo più che proporziona- le dell’internazionalizzazione commerciale allo sviluppo globale. Le previsioni per il biennio 2018-19 conferma- no questo trend favorevole e mostrano un’ulteriore ac- celerazione degli scambi al 5,5% il prossimo anno e un assestamento al 5,3% in quello successivo. Nel triennio analizzato in questo Rapporto, gli scambi mondiali di ma- nufatti aumentano quindi oltre il 5% annuo, un risultato che pur rimanendo lontano dai picchi di maggior svilup- po della globalizzazione (8,4% tra il 1995 e il 1997, 8,6% tra il 2004 e il 2006) descrive un commercio mondiale in linea con il suo trend di lungo periodo (5,4% la variazio- ne media negli ultimi 25 anni)”. Uno dei nostri punti di forza riguarda la varietà delle no- stre destinazioni geografiche e delle nostre produzioni: le famose “quattro A” del made in Italy: automazione, agroindustria, abbigliamento e arredamento. Per quel che riguarda l’automazione e la meccanica, le esportazioni si gioveranno anche degli investimenti in nuovi macchinari industriali e in tecnologie digitali in for- te crescita negli ultimi due anni grazie agli iper e super ammortamenti del Piano Industria 4.0. Nei settori più tradizionali c’è da registrare l’ottima per- formance del settore agroindustriale che sta crescendo quest’anno del 7-8% con esportazioni complessive che supereranno i 40 miliardi. Tra i settori innovativi da se- gnalare il grande sviluppo delle esportazioni di prodotti farmaceutici, che hanno raggiunto il 71% della produzio- ne: 21 miliardi sui 30 di produzione complessiva (più 52% tra il 2010 e il 2016). “L`Italia - ha detto il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi - è ormai l’hub farmaceutico d’Europa: se- condo paese produttore e primo per crescita dell’export. Sono 14.872 i farmaci oggetto di ricerca di cui 7.379 in fase clinica”. Lo straordinario risultato in termini di export sta spingendo anche la ricerca, che a sua volta alimenterà nuovo export in un circolo virtuoso: nel 2016, le imprese del farmaco biotech hanno investito nel nostro Paese qua- si due miliardi di euro in attività di produzione e ricerca. Anche l’altra faccia dell’internazionalizzazione, quella dell’at- trazione degli investimenti esteri, sta registrando una cre- scita notevole: nel 2016 abbiamo registrato una crescita degli investimenti esteri in entrata del 50%, raggiungen- do i 29 miliardi di dollari e conquistando cinque posizioni nel ranking mondiale, dove ora siamo tredicesimi. Siamo così tornati in prossimità del record del 2007. Gli investimenti esteri sono stati 181, dato che assume maggiore rilievo se si considera che nell’ultimo anno so- lo la Spagna, tra i grandi paesi dell’Europa occidentale, ha registrato una crescita (+33%), mentre Francia (-8%), Re- gno Unito (-12%) e Germania (-59%) hanno evidenziato cali più o meno ampi. Anche le imprese italiane hanno incrementato i propri investimenti esteri (+12,4%), per un valore complessivo di 23 miliardi di dollari. •

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