Civiltà del Lavoro, n. 6/2017

CIVILTÀ DEL LAVORO VI - 2017 28 FOCUS I BENI E LE ATTIVITÀ culturali costituiscono una risorsa straordinaria nella società contemporanea per le diverse funzioni cui oggi assolvono. Rappresentano un fattore decisivo non solo in termini educativi, ma anche economici e occupazionali. Inoltre, Il paradigma digitale e la comunicazione hanno ulteriormente ampliato i con- fini delle attività creative. L’Italia, disponendo di una straordinaria stratificazione di culture e avendo sedimentato nel proprio territorio mo- numenti, come pure valori più impalpabili, incorporati nel paesaggio e negli stili di vita; vive da sempre la contrad- dizione di essere depositaria di un’enorme quantità di pa- trimonio culturale ma al tempo stesso di non aver ade- guatamente sviluppato le competenze e le tecnicalità che ne consentono il suo miglior utilizzo. Nonostante gli anni più recenti segnino una discontinu- ità nelle politiche di gestione dei beni culturali, grazie a una maggiore apertura alla managerialità, nel nostro Pae- se restano ancora molte remore per una piena fruizione del patrimonio storico, dei musei e dei siti archeologici. Ogni forma di incentivo per rendere popolare e diffon- dere l’interesse verso la cultura corre sempre il rischio di apparire come uno svilimento dei significati più profondi che quel patrimonio trasmette nel volgere delle diverse generazioni. E per tale ragione viviamo contestualmente una serie di distorsioni che giustamente la politica oggi cerca di raddrizzare: • la fruizione consapevole del patrimonio culturale, la frequentazione di musei, spettacoli teatrali o musica- li, di biblioteche, ecc. in Italia coinvolge una quota più bassa della popolazione rispetto agli altri grandi paesi europei. Naturalmente si può obiettare che gran par- te della popolazione abita in contesti ad alto valore culturale, ma una tale obiezione è oggi sempre me- un patrimonio per fare grande l’italia La ricerca di Giuseppe Roma “Cultura: l’industria della bellezza“

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