Civiltà del Lavoro, n. 6/2017

114 CIVILTÀ DEL LAVORO VI - 2017 INTERVISTE TELECOMUNICAZIONI VELOCI E AFFIDABILI Quando e perché ha deciso di lasciare l’azienda di famiglia e tuffarsi nel mondo delle grandi aziende? Nel 1999 ebbi l’opportunità di entrare a far parte del più grande conglomerato del mondo, la General Electric, che ai tempi era la prima società per valore in Borsa, attiva in oltre 27 settori di business diversi. Ma, soprattutto, una grande scuola di performance e meritocrazia. La sua carriera appare come un percorso in continua ascesa: quali complessità ha dovuto affrontare? Ho avuto la fortuna di poter lavorare per grandi aziende leader nei loro settori di appartenenza. La complessità maggiore è stata l’adattamento alle diversità culturali ca- ratteristiche di ciascuna industria. Il mondo della finanza strutturata è molto diverso da quello dell’impresa privata o delle società a partecipazione pubblica, i business che si occupano di infrastrutture hanno differenti dinamiche e cicli da quelli della vendita al dettaglio. Ogni settore ha le sue peculiarità, ma la caratteristica co- mune è la forte identità che ogni azienda leader è in gra- do di esprimere. Il successo delle aziende sta nelle com- petenze dei suoi uomini e donne e poter imparare ogni volta dai migliori è per me stato un grandissimo privilegio. Qual è stata l’esperienza lavorativa che più di altre l’ha segnata e che ricorda con maggiore passione? I miei ricordi più forti risalgono all’epoca in cui ancora non lavoravo e, ancora studente di ingegneria, seguivo mio padre sui cantieri e nei negoziati all’estero. Il mondo delle infrastrutture all’estero ha per le imprese italiane un significato particolare perché è un mondo di pionieri, dove tecnici e maestranze, che il mondo ci invi- dia, lavorano fianco a fianco affrontando difficoltà fami- liari e umane indicibili in contesti ambientali quasi mai accoglienti. Sono ricordi relativi a difficoltà progettuali e imprendito- riali superati alla soglia di rischi rilevantissimi, e altrettanti relativi a successi e traguardi raggiunti. Forse il ricordo più Giuseppe Recchi Telecomunicazioni – Roma È vicepresidente di Telecom Italia, dopo esserne stato presidente esecutivo dall’aprile 2014. Nel 2016, sotto la sua presidenza, il Gruppo ha realizzato investimenti per 4,9 miliardi di euro e, sul mercato domestico, ha raggiunto con fibra ottica il 60% delle unità immobiliari e con rete mobile 4G il 96% della popolazione.

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