Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2017

CIVILTÀ DEL LAVORO IV • V - 2017 IL GIOCO DELLE PARTI IN UN SINGOLARE gioco delle parti, mentre l’e- conomia esce dalla crisi decennale e si rafforza in Europa e nel mondo, la politica entra in un tunnel preoccupante dove si sommano conflitti tra Paesi, come quello tra Stati Uniti e Corea del Nord, conflitti all’interno dei Paesi, co- me quello esploso in Catalogna (per non parlare di Bre- xit o del Russiagate in Usa), e un disorientamento gene- rale delle forze politiche tradizionali di destra e sinistra fronteggiate dai populismi. Speravamo che con le affer- mazioni in Olanda e soprattutto in Francia i partiti antipo- pulisti avessero ritrovato il favore degli elettori, ma i risul- tati delle elezioni in Germania, Austria e Repubblica Ceca dimostrano che è ancora vivissima la disaffezione verso le istituzioni democratiche consolidatesi nel dopoguerra, di cui si è parlato nel convegno nazionale della Federa- zione dei Cavalieri del Lavoro “La sfida alle democrazie occidentali“ tenutosi a Verona il 23 settembre scorso, di cui diamo resoconto in questo numero di “Civiltà del La- voro”. Sembra che la ripresa dell’economia non riesca a modificare gli atteggiamenti politici di larghe fasce di cit- tadini europei, mentre all’orizzonte incombe la “quarta rivoluzione industriale” della digitalizzazione, dei robot e dell’intelligenza artificiale, che minaccia di distruggere più posti di lavoro nella fasce basse della piramide socia- le, di quanti ne riuscirà a creare nelle fasce alte, aumen- tando ancor più la distanza tra i “vincenti” e i “perdenti” della globalizzazione. L’Italia sarà il prossimo banco di prova, con le elezioni che si terranno tra pochi mesi, dopo l’approvazione a colpi di fiducia del Rosatellum, la nuova legge elettorale omoge- nea tra Camera e Senato che il Presidente Mattarella chie- deva da tempo e alla quale aveva condizionato l’ipotesi di sciogliere anticipatamente il Parlamento. Tutti si chie- dono se dalle urne uscirà o no una maggioranza. Il Rosa- tellum non la garantisce, anche se spinge i partiti verso le coalizioni nei collegi uninominali e dunque dovrebbe ridurre la frammentazione che ci sarebbe stata col pro- porzionale dell’Italicum corretto dalla Corte Costituziona- le, che non prevedeva le coalizioni. Secondo i sondaggi, il centrodestra (vincitore in Sicilia) sarebbe in vantaggio, col centrosinistra ancora in cerca di un assetto e i Cinque- stelle, che non vogliono fare coalizione con nessuno, atte- stati al 27-28%. Ma i sondaggi non sono particolarmente attendibili, sia perché ancora non si conoscono nei det- tagli le fisionomie delle coalizioni, sia perché i candidati dell’uninominale, in collegi relativamente piccoli, di circa 200 mila elettori, potrebbero modificare i comportamen- ti di voto di molti elettori. Il rischio che dalle urne non esca una maggioranza resta comunque elevato e questo aumenta l’incertezza sull’I- talia, che invece dal punto di vista economico sta miglio- rando al punto che la società di rating Standard&Poor’s ha aumentato il nostro rating (da BBB- a BBB) dopo 14 de- classamenti consecutivi dal 2011 a oggi: questo ha con- tribuito a ridurre i tassi sui nostri titoli di Stato con effetti benefici sui conti pubblici. Grazie agli iper e super am- mortamenti di Industria 4.0 gli investimenti privati stan- no galoppando, quelli pubblici sono in risalita, i consumi stanno rialzando la testa, l’export è sempre in tiro e il tu- rismo inanella record su record. Purtroppo, il buon anda- mento dell’economia si sta trasferendo molto lentamen- te sull’aumento dei salari e sulla creazione di occupazione stabile, anche perché le imprese debbono riassorbire la cassa integrazione. E questo alimenta lo stato di insoddisfazione di vasti strati di cittadini, che non si sentono protetti dalle istituzioni. La Legge di Stabilità, con gli sgravi per la assunzioni dei gio- vani, col Piano antipovertà e la ripresa del contratto per gli statali dopo molti anni di blocco, sta cercando di diffon- dere i frutti dell’iniziale ripresa, che comunque, per con- solidarsi e proiettarsi nel futuro richiedono che la finanza pubblica resti sotto stretto controllo. Il sentiero, come ri- pete il ministro Padoan anche nell’intervista a “Civiltà del Lavoro”, continua ad essere molto stretto e sottoposto al controllo pignolo dell’Unione europea. Speriamo di non deragliare proprio in vista del traguardo. • EDITORIALE 9

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