RITRATTI
CIVILTÀ DEL LAVORO
III - 2016
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l’esempio e con la trasmissione dei valori. (…) Onestà, la-
boriosità, dedizione, soprattutto umiltà erano punti cardi-
nali e lo sono ancora. Con lui abbiamo imparato ad avere
coraggio, lungimiranza, ad affinare l’istinto. Era unico per
come sapeva realizzare ciò che intuiva con metodo e pre-
cisione, ed era attentissimo ai particolari”. (...)
Michele e i nuovi orizzonti
Gli affari vanno bene, la simbiosi con Gianna nel ruolo di
stratega degli acquisti è totale, la stagione del marketing
e degli spot pubblicitari (con Renée Longarini, signora di
Portobello, prima testimonial) affina l’immagine della “b
rossa” lanciata in una competizione commerciale da For-
mula 1 con i colossi del settore. (...)
Enzo chiede ai suoi collaboratori sempre di più: “Mai dor-
mire sugli allori, pungono”.
Lui è il primo ad affidarsi a questa regola, il motto (si dice)
di Temistocle prima della battaglia di Salamina. Ha capi-
to che sta crescendo e si sta affermando una generazio-
ne nuova, più manageriale, capace di sintetizzare gli sti-
moli della globalizzazione e di farne trampolino di lancio
per nuove sfide. Così, all’inizio degli anni Novanta, pre-
para il terreno per l’ingresso in azienda del figlio Michele,
nato nel 1964 durante l’età dei pionieri, che ha 30 anni,
una laurea all’Università Bocconi (con la tesi su Strategie
della Grande Distribuzione e caso Bennet) e ha maturato
LA CARICA DEI SETTEMILA
La corsa della “b rossa”
Enzo Ratti è un uomo tranquillo. Anche davanti al più im-
pervio dei problemi la sua frase preferita è: “Ci pensiamo
sopra con calma e domani ne parliamo”. Quando torna
a casa dall’ufficio non si nega due note per riconciliarsi
con la musica, qualche volta suonata al pianoforte a coda
bianco che gli ha regalato Gianna, qualche altra ascoltata
via stereo. E l’indomani spunta la soluzione.
Anche a successo consolidato entra in ufficio con l’entu-
siasmo del ragazzo che ha appena aperto il negozio in
Borgovico. Nella quotidianità cerca l’emozione e la tro-
va. Uno storico manager sintetizza questa caratteristica:
“Non c’era mai una giornata senza sprint. Lui aveva sem-
pre un fine, trasmetteva energia, dava la carica. Aveva il
dono della sintesi, con poche parole era capace di moti-
vare chiunque. Persino con uno sguardo o con un cenno:
annuiva sorridendo e apprezzava”. Quel dono si chiama
carisma. Certe persone sono termometri, altre termosta-
ti. Le prime registrano la temperatura in una stanza, le
seconde la cambiano. (...)
“Il cavalier Ratti ha saputo crescere un gruppo di uomini
affascinati dalla sua persona - spiega uno di loro, ma po-
trebbero essere tutti -. Una generazione che il marchio
Bennet ce l’ha stampato a fuoco sulla pelle. Ci ha inse-
gnato che ciascuno di noi avrebbe potuto dare qualcosa
di importante per questa azienda, ci ha fatti crescere con
Enzo Ratti con la moglie Giovanna