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Workshop a Firenze, D’Amato: “Valorizziamo la cultura, non è un costo ma un investimento”

25.09.2015

“La cultura, anche in un periodo di crisi economica, non può essere considerata un costo, ma deve essere vista come un investimento per la crescita e lo sviluppo. Ma in Italia, dove è concentrato oltre il 50 per cento del patrimonio culturale mondiale, bisogna dire con chiarezza che il problema è quello della governance e non è quello delle risorse”. Lo ha detto Antonio D’Amato, Presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, chiudendo il workshop “La tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale: attori e modelli”, che si è svolto oggi nel Complesso Vasariano della Galleria degli Uffizi.

Al centro dell’iniziativa, organizzata della Federazione e realizzata in collaborazione con il Gruppo Toscano e la Galleria degli Uffizi, il confronto tra diverse esperienze di governance di poli museali nazionali e internazionali.

Dopo gli interventi introduttivi di Cesare Puccioni, Presidente del Gruppo Toscano della Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro, e del Sindaco di Firenze, Dario Nardella, sono seguite le relazioni di Anna Coliva, Direttore della Galleria Borghese, Antonio Natali, Direttore della Galleria degli Uffizi, Nicola Spinosa, storico dell’arte e già Soprintendente per il Polo Museale di Napoli, e Carl Brandon Strehlke, Curatore Emeritus del Philadelphia Museum of Art.
Al dibattito, moderato da Armando Massarenti, responsabile del “Sole 24 Ore Domenica”, sono intervenuti anche i Cavalieri del Lavoro Luigi Abete, Franco Bernabè, Francesco Merloni e Lorenzo Sassoli de’ Bianchi.

“Con il workshop di oggi – ha annunciato D’Amato – parte l’ambizioso progetto Cultura della Federazione dei Cavalieri del Lavoro. Dopo Firenze, faremo tappa a Perugia, Napoli e Venezia. Affronteremo i temi dell’education, del rapporto fra grandi città e tutela del patrimonio  e della valorizzazione dei beni culturali. Già oggi, all’interno della Federazione,  sono oltre 130 i Cavalieri attivi nel settore dei beni culturali: il nostro obiettivo è metterli insieme in un network per realizzare interventi e avanzare proposte concrete”.

Il nesso fra cultura e sviluppo economico è molto stretto, ma proprio per questo, ha concluso D’Amato, “occorre procedere con un progetto integrato e con riforme vere. Abbiamo una grande responsabilità, dobbiamo non solo difendere e tutelare il patrimonio straordinario che abbiamo ereditato, ma è necessario anche valorizzarlo”.  

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