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Nuovo codice degli appalti, confronto con il vice ministro Nencini

I tanti perché di un’Italia difficile: interrogativi che non trovano adeguate risposte ma che innescano, invece, problematiche complesse e spesso insanabili. Per quali ragioni, ad esempio, nel mondo dell’imprenditoria, il nostro è il Paese meno infrastrutturato d’Europa e le sue imprese più rappresentative sono costrette a lavorare quasi esclusivamente all’estero? Domande che si rinnovano anche cambiando radicalmente temi, personaggi e prospettive. Ad esempio perché una personalità sicuramente di primo piano in campo letterario internazionale, come la scrittrice e giornalista Oriana Fallaci, non ha trovato adeguati riconoscimenti nella sua Firenze, neppure in punto di morte?

L’occasione per un giro d’orizzonte così diversificato e stimolante, è stato offerto, come ha evidenziato Vittorio Di Paola, presidente del Gruppo Centrale dei Cavalieri del Lavoro, dall’incontro di giovedì 4 maggio a Roma, con il vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il senatore Riccardo Nencini. Un responsabile di governo che ha instaurato un dialogo costruttivo e proficuo con gli imprenditori e le loro associazioni di categoria, soprattutto in una circostanza importante e delicata come quella relativa al varo della legge sul nuovo codice degli appalti che aveva il compito di adeguare la normativa italiana a quella europea.

Una normativa problematica, ha peraltro osservato Di Paola, la cui entrata in vigore avrebbe richiesto un periodo più lungo di rodaggio, oltre a contenere alcune assurdità come, ad esempio, il sostanziale divieto di subappalto che, oltre ad essere in totale contrasto con la normativa europea, rischia di mettere in ginocchio il sistema delle piccole imprese. Su tali punti pende un ricorso delle associazioni di categoria presso la Corte Europea.  Ma sicuramente la figura di  Riccardo Nencini, ha continuato ancora Di Paola, rappresenta molte altre cose: è l’ultimo segretario di un partito tradizionale, il Psi, rimasto in vita nel complicato panorama politico nazionale. Per gli sportivi è il nipote di Gastone Nencini, ciclista di fama internazionale, vincitore di un Tour de France e tre giri d’Italia. Ed inoltre come presidente del Consiglio regionale della Toscana è entrato in rapporti, sino a diventarne amico, della scrittrice e giornalista fiorentina Oriana Fallaci. Un grande personaggio, amato e odiato soprattutto dai suoi concittadini, e sul quale il senatore  Nencini ha recentemente scritto anche un libro dal titolo emblematico: “Il fuoco dentro – Oriana e Firenze”. Una scrittrice, la Fallaci, dalle posizioni estreme, che, come è notorio, fu spesso in contrapposizione anche  con la sua città tanto amata. La riconciliazione della Fallaci con la sua città non ci fu, ha commentato amaramente Nencini, suggellando così il ricordo di una grande amicizia verso un personaggio che oggi viene ricordato soprattutto per la forza di carattere. Forza di carattere che la portavano nelle circostanze più difficili a posizioni estreme,  come ad esempio la sua contrapposizione verso l’Islam soprattutto dopo l’attentato delle Torri Gemelle.

Il vice ministro, con riferimento al suo impegno politico ed in particolare alle responsabilità del suo dicastero, non ha mancato di esternare alcune perplessità relative al nuovo codice degli appalti, uno strumento il cui testo è giunto all’approvazione del Parlamento con sensibili variazioni. Il rischio è oggi quello di avere uno strumento non più adeguato ai tempi, rallentato nei suoi iter da ricorsi che creano vere e proprie corse ad ostacoli, mentre in definitiva il problema che oggi si profila è che spesso non siano le risorse a mancare, ma per il fatto che quelle esistenti restano incagliate.

La presenza del vice ministro ha stimolato una serie di interessanti interventi soprattutto in fatto di investimenti e di ostacoli burocratici. Tema affrontato dal Cavaliere del Lavoro Fabio Cerchiai che ha richiamato al riguardo l’esigenza di superare le difficoltà esistenti non tanto in termini di risorse quanto di tempi, ed ha auspicato che la politica riesca a semplificare gli attuali percorsi burocratici. Per il Cavaliere del Lavoro Federico Grazioli, l’attribuzione delle gare con il principio del massimo ribasso finisce con l’incidere sulla qualità delle opere che dovrebbero essere valutate anche per la qualità offerta. Inoltre la complessità dei bandi di gara comporta un proliferare “pazzesco” dei contenziosi.

Il Cavaliere del Lavoro Ercole Pietro Pellicanò ha riportato sul tavolo l’annosa vicenda del Ponte sullo Stretto di Messina, osservando come la realizzazione di un collegamento tra il continente e l’isola resti, al di là delle scelte, una opzione irrinunciabile. E poiché la tecnologia è oggi pienamente in grado di aiutare ad annullare l’impatto ambientale, ha suggerito di riportare alla ribalta il progetto di un tunnel sottomarino così come avvenuto per l’Eurotunnel.

Tema brevemente commentato dallo stesso vice ministro Nencini, il quale ha riconosciuto come il collegamento con la Sicilia abbia finito per suscitare negli anni una massa di polemiche che nulla hanno a che vedere con un problema che dovrebbe essere ricondotto, invece, alle sue reali dimensioni tecnico-politiche.

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