Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2015 - page 9

CIVILTÀ DEL LAVORO
IV • V - 2015
SCOMMESSA
CRESCITA
UNA SCOMMESSA
sulla crescita necessaria per av-
viare la riduzione del debito pubblico. Si può definire così
la legge di stabilità varata dal Governo, ora all’esame del
Parlamento e della Commissione europea. Al di là dell’en-
fasi governativa su una legge che “riduce le tasse” per la
prima volta da molti anni, al di là delle critiche delle op-
posizioni sul deficit che sale rispetto alle previsioni o sui
“tagli” alla sanità, è questa la vera cifra della manovra di
politica economica varata da Renzi e Padoan.
Ci sono certamente misure criticabili, dall’abolizione di Imu
e Tasi su tutte le prime case (sarebbe stato meglio ridur-
re di più le tasse sulle imprese e sul lavoro) all’aumento
del contante da mille a tremila euro, che rischia di favo-
rire evasione e riciclaggio. Ma, vista nel suo complesso,
la legge di stabilità è il massimo sforzo possibile per dare
una spinta alla crescita nonostante il rallentamento delle
economie emergenti e raggiungere nel 2016 un aumen-
to del Pil che consenta di avviare dopo otto anni un per-
corso di riduzione strutturale del debito pubblico, che nel
2015 è ancora al record del 134% del Pil.
È questo il vero obiettivo strategico che ci consentirà di
uscire definitivamente dalla crisi e di allontanare il rischio
di nuove emergenze finanziarie nei prossimi anni, quan-
do i tassi d’interesse mondiali probabilmente riprende-
ranno a crescere. Per questo il vero obiettivo del Gover-
no – archiviata per quest’anno una crescita dell’0,9-1%
– è raggiungere l’anno prossimo almeno l’aumento del Pil
dell’1,6% previsto dal Def, più elevato rispetto alle pre-
visioni dei centri economici italiani e stranieri che lo fis-
sano all’1,4%. Si dirà che la differenza è solo di un paio
di decimali di punto, che però possono essere sufficienti
per dare il segno della riduzione o meno del debito: che
è quello che conta.
Per arrivare all’obiettivo la manovra del Governo utiliz-
za tutti gli strumenti disponibili: l’intero margine di fles-
sibilità concesso dall’Ue per le riforme, gli investimenti e
persino i costi sostenuti per l’emergenza migranti, margi-
ne che ha comportato un aumento del deficit 2016 dalla
previsione dell’1,4% al 2,3-2,4%. Poi il Governo ha spin-
to al massimo per dare fiducia ai cittadini e spingerli a
consumare di più: da qui l’abolizione delle tasse sulla pri-
ma casa, l’aumento del contante, il piano contro la po-
vertà per 600 milioni, la proroga del bonus per le ristrut-
turazioni energetiche ed edilizie e soprattutto il rinvio al
2017 delle clausole di salvaguardia, cioè l’aumento di Iva
e accise per ben 17 miliardi.
Infine, il Governo ha introdotto i superammortamenti al
140% per sollecitare gli investimenti delle imprese e ha
prorogato il bonus per le assunzioni, sia pure in misura
minore rispetto al 2015. Anche la riduzione della spen-
ding review da 10 a 5-6 miliardi ha l’obiettivo di spin-
gere la crescita 2016, visto che le riduzioni di spesa, per
quanto sacrosante, hanno sul breve periodo un inevita-
bile effetto recessivo.
Basterà tutto ciò? Basterà se la manovra riuscirà a inne-
scare un effetto positivo sull’intera società: i consumatori
dovranno ricominciare a consumare con più serenità, scon-
gelando una parte di quei 350 miliardi di risparmi accu-
mulati negli anni della crisi; le imprese dovranno investire
ed esportare con più coraggio; la Pubblica amministrazio-
ne dovrà accettare senza resistenze le prossime riforme
della legge Madia per aumentare efficienza e produttività.
Insomma, tutti dovremo impegnarci al massimo delle no-
stre possibilità per avviare una nuova fase espansiva, rior-
ganizzando lo Stato e la spesa pubblica e valorizzando al
massimo il nostro patrimonio manifatturiero, ambienta-
le e culturale, come abbiamo saputo fare con Expo 2015.
I Cavalieri del Lavoro sono pronti a raccogliere questa sfida,
come hanno ribadito al Quirinale al Presidente Mattarella
nella cerimonia di consegna delle insegne ai 25 nuovi Ca-
valieri, testimoni del saper fare e del coraggio del siste-
ma produttivo nazionale. È questo il senso dell’iniziativa
avviata dalla nostra Federazione sulla valorizzazione del
patrimonio artistico-ambientale, con un maggiore impe-
gno delle imprese e degli imprenditori sia come sponsor,
sia come gestori di beni e progetti culturali.
EDITORIALE
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